<p>In relazione alla nota tecnica rilasciata ieri dal Comune di Milano (e che trovate sul sito del Comune), la Fondazione Franco Fossati ribadisce che l&rsquo;impegno dell&rsquo;assessore Sacchi nell&rsquo;aprire un dialogo con l&rsquo;avvocatura &egrave; stato assolutamente risolutivo, bench&eacute; avviato solo ed esclusivamente lo scorso aprile, a seguito della campagna stampa sulla scadenza della concessione. Il museo ha ricevuto intimazione a lasciare i locali entro il 15 giugno e, solo successivamente a questa, una proposta diversa per consentire di restare fino al bando. Quello che per&ograve; chiede la Fondazione &egrave; che dopo 14 anni di ammirata e pi&ugrave; volte elogiata attivit&agrave; culturale si possa parlare di inserimento del museo nel tessuto culturale milanese invece che solo di canoni d&rsquo;affitto.</p><p>Tuttavia, ci preme precisare alcuni aspetti.</p><p>Il Comune ci aveva inizialmente chiesto di attivare una fideiussione per far fronte alla risoluzione del debito: una via impraticabile dal momento che la Banca chiedeva almeno la garanzia che per alcuni anni il museo sarebbe rimasto nei locali assegnati. Un serpente che si morde la coda: il Comune chiedeva fideiussione per restare e la Banca chiedeva garanzia di restare per poter concedere la fideiussione.</p><p>Solo a seguito della pubblicazione di articoli segu&igrave;ta al nostro comunicato stampa sulla fine della concessione lo scorso 1&deg; aprile, l&rsquo;assessore Sacchi in pochi giorni &egrave; riuscito a organizzare un tavolo con l&rsquo;Avvocatura del Comune e i funzionari preposti alla Cultura. A seguito di questo incontro, l&rsquo;Avvocatura ha proposto al nostro avvocato di attivare una soluzione concordata per l&rsquo;estinzione del debito. Tale soluzione &egrave; stata da noi immediatamente accolta, elaborata e, per la nostra parte, conclusa. Attualmente la pratica &egrave; in attesa di essere recepita dal Comune.</p><p>Mentre tutto ci&ograve; si svolgeva serenamente e tutto lasciava pensare a un decorso positivo, in data 4 giugno, a seguito di un sopralluogo della Polizia Municipale, &egrave; arrivata l&rsquo;intimazione da parte della Direzione Cultura a lasciare liberi i locali entro e non oltre il 15 giugno.</p><p>Solo dopo la diffusione del nostro comunicato stampa con questa comunicazione e l&rsquo;annuncio della conseguente chiusura del museo, la stessa Direzione Cultura ci comunicava che possiamo invece rimanere all&rsquo;interno dello spazio fino all&rsquo;assegnazione del bando, ovviamente a fronte del pagamento delle quote d&rsquo;affitto del periodo di permanenza.</p><p>Una nota sul bar, che &egrave; la nostra unica vera area commerciale (facoltativa) consentita dalla convenzione - mentre il piccolo bookshop &egrave; parte dell&rsquo;area culturale: l&rsquo;affitto di 3.375 euro mensili (+iva) copre circa il 10% del nostro bilancio, come il Comune sa benissimo.</p><p>Un&rsquo;altra nota, che per&ograve; sarebbe lunga e molto ripetitiva, riguarderebbe le numerose problematicit&agrave; strutturali dello stabile, mai portate a soluzione da parte del Comune responsabile della struttura, spesso rivelatesi costose per nostri interventi in emergenza e con danni importanti a opere e materiali conservati. Ma questo &egrave; un altro discorso.</p><p>&nbsp;</p>

Precisazioni in relazione alla nota tecnica del Comune di Milano

Precisazioni in relazione alla nota tecnica rilasciata il 13 giugno dal Comune di Milano.

14 giugno 2025

In relazione alla nota tecnica rilasciata ieri dal Comune di Milano (e che trovate sul sito del Comune), la Fondazione Franco Fossati ribadisce che l’impegno dell’assessore Sacchi nell’aprire un dialogo con l’avvocatura è stato assolutamente risolutivo, benché avviato solo ed esclusivamente lo scorso aprile, a seguito della campagna stampa sulla scadenza della concessione. Il museo ha ricevuto intimazione a lasciare i locali entro il 15 giugno e, solo successivamente a questa, una proposta diversa per consentire di restare fino al bando. Quello che però chiede la Fondazione è che dopo 14 anni di ammirata e più volte elogiata attività culturale si possa parlare di inserimento del museo nel tessuto culturale milanese invece che solo di canoni d’affitto.

Tuttavia, ci preme precisare alcuni aspetti.

Il Comune ci aveva inizialmente chiesto di attivare una fideiussione per far fronte alla risoluzione del debito: una via impraticabile dal momento che la Banca chiedeva almeno la garanzia che per alcuni anni il museo sarebbe rimasto nei locali assegnati. Un serpente che si morde la coda: il Comune chiedeva fideiussione per restare e la Banca chiedeva garanzia di restare per poter concedere la fideiussione.

Solo a seguito della pubblicazione di articoli seguìta al nostro comunicato stampa sulla fine della concessione lo scorso 1° aprile, l’assessore Sacchi in pochi giorni è riuscito a organizzare un tavolo con l’Avvocatura del Comune e i funzionari preposti alla Cultura. A seguito di questo incontro, l’Avvocatura ha proposto al nostro avvocato di attivare una soluzione concordata per l’estinzione del debito. Tale soluzione è stata da noi immediatamente accolta, elaborata e, per la nostra parte, conclusa. Attualmente la pratica è in attesa di essere recepita dal Comune.

Mentre tutto ciò si svolgeva serenamente e tutto lasciava pensare a un decorso positivo, in data 4 giugno, a seguito di un sopralluogo della Polizia Municipale, è arrivata l’intimazione da parte della Direzione Cultura a lasciare liberi i locali entro e non oltre il 15 giugno.

Solo dopo la diffusione del nostro comunicato stampa con questa comunicazione e l’annuncio della conseguente chiusura del museo, la stessa Direzione Cultura ci comunicava che possiamo invece rimanere all’interno dello spazio fino all’assegnazione del bando, ovviamente a fronte del pagamento delle quote d’affitto del periodo di permanenza.

Una nota sul bar, che è la nostra unica vera area commerciale (facoltativa) consentita dalla convenzione - mentre il piccolo bookshop è parte dell’area culturale: l’affitto di 3.375 euro mensili (+iva) copre circa il 10% del nostro bilancio, come il Comune sa benissimo.

Un’altra nota, che però sarebbe lunga e molto ripetitiva, riguarderebbe le numerose problematicità strutturali dello stabile, mai portate a soluzione da parte del Comune responsabile della struttura, spesso rivelatesi costose per nostri interventi in emergenza e con danni importanti a opere e materiali conservati. Ma questo è un altro discorso.

 

In relazione alla nota tecnica rilasciata ieri dal Comune di Milano (e che trovate sul sito del Comune), la Fondazione Franco Fossati ribadisce che l’impegno dell’assessore Sacchi nell’aprire un dialogo con l’avvocatura è stato assolutamente risolutivo, benché avviato solo ed esclusivamente lo scorso aprile, a seguito della campagna stampa sulla scadenza della concessione. Il museo ha ricevuto intimazione a lasciare i locali entro il 15 giugno e, solo successivamente a questa, una proposta diversa per consentire di restare fino al bando. Quello che però chiede la Fondazione è che dopo 14 anni di ammirata e più volte elogiata attività culturale si possa parlare di inserimento del museo nel tessuto culturale milanese invece che solo di canoni d’affitto.

Tuttavia, ci preme precisare alcuni aspetti.

Il Comune ci aveva inizialmente chiesto di attivare una fideiussione per far fronte alla risoluzione del debito: una via impraticabile dal momento che la Banca chiedeva almeno la garanzia che per alcuni anni il museo sarebbe rimasto nei locali assegnati. Un serpente che si morde la coda: il Comune chiedeva fideiussione per restare e la Banca chiedeva garanzia di restare per poter concedere la fideiussione.

Solo a seguito della pubblicazione di articoli seguìta al nostro comunicato stampa sulla fine della concessione lo scorso 1° aprile, l’assessore Sacchi in pochi giorni è riuscito a organizzare un tavolo con l’Avvocatura del Comune e i funzionari preposti alla Cultura. A seguito di questo incontro, l’Avvocatura ha proposto al nostro avvocato di attivare una soluzione concordata per l’estinzione del debito. Tale soluzione è stata da noi immediatamente accolta, elaborata e, per la nostra parte, conclusa. Attualmente la pratica è in attesa di essere recepita dal Comune.

Mentre tutto ciò si svolgeva serenamente e tutto lasciava pensare a un decorso positivo, in data 4 giugno, a seguito di un sopralluogo della Polizia Municipale, è arrivata l’intimazione da parte della Direzione Cultura a lasciare liberi i locali entro e non oltre il 15 giugno.

Solo dopo la diffusione del nostro comunicato stampa con questa comunicazione e l’annuncio della conseguente chiusura del museo, la stessa Direzione Cultura ci comunicava che possiamo invece rimanere all’interno dello spazio fino all’assegnazione del bando, ovviamente a fronte del pagamento delle quote d’affitto del periodo di permanenza.

Una nota sul bar, che è la nostra unica vera area commerciale (facoltativa) consentita dalla convenzione - mentre il piccolo bookshop è parte dell’area culturale: l’affitto di 3.375 euro mensili (+iva) copre circa il 10% del nostro bilancio, come il Comune sa benissimo.

Un’altra nota, che però sarebbe lunga e molto ripetitiva, riguarderebbe le numerose problematicità strutturali dello stabile, mai portate a soluzione da parte del Comune responsabile della struttura, spesso rivelatesi costose per nostri interventi in emergenza e con danni importanti a opere e materiali conservati. Ma questo è un altro discorso.

 

Allora, a che punto siamo?

Che domenica 15 celebriamo la chiusura di questa avventura di WOW in viale Campania 12 a Milano. Anche se ci viene improvvisamente consentito di permanere fino alla riassegnazione, è ormai chiaramente impossibile imbastire una programmazione, meno che mai all’altezza delle nostre abitudini. In questi mesi abbiamo perso contratti importanti e internazionali, non potendo assicurare la disponibilità dello spazio. Mentre sgombriamo, manterremo attivo il Campus WOW Estivo, un servizio importante e richiesto dalla cittadinanza.