<p><strong>Dopo il successo delle mostre <a target="_blank" href="http://www.museowow.it/wow/mostra-personale-di-tuono-pettinato/">Tuoneide</a> e <a target="_blank" href="http://www.museowow.it/wow/mostra-di-illustrazione-tolkieniana/">Lords for the Ring</a>, WOW Spazio Fumetto e <a target="_blank" href="https://www.luccacomicsandgames.com/it/2018/home/">Lucca Comics &amp; Games</a> - in collaborazione con <a target="_blank" href="https://www.starcomics.com/">Edizioni Star Comics</a> - portano a Milano la mostra dedicata dal festival lucchese a uno dei maggiori fumettisti contemporanei: Junji Ito.</strong> <strong>La mostra presenta una selezione di tavole originali commentate direttamente dall&rsquo;artista: oltre 70 tavole originali delle sue opere pi&ugrave; famose in cui &egrave; possibile apprezzare il tratto ricercato e il crudo realismo, che rendono il suo body horror ancora pi&ugrave; inquietante.</strong> <strong>L&#39;esposizione&nbsp;gode del Patrocinio del <a target="_blank" href="https://www.milano.it.emb-japan.go.jp/itprtop_it/index.html">Consolato Generale del Giappone a Milano</a>.</strong> <strong>Junji Ito nasce nella prefettura di Gifu nel 1963</strong>.&nbsp;Inizia&nbsp;a lavorare come odontotecnico, ma&nbsp;abbandona presto quel campo per dedicarsi completamente al fumetto. Il suo debutto, avvenuto nel 1986 fra le pagine della rivista Monthly Halloween dell&#39;editore Asahi Sonorama, gli vale la menzione d&#39;onore alla prima edizione del Premio Umezz. Tra le sue opere pi&ugrave; conosciute troviamo &ldquo;Tomie&rdquo;, &ldquo;Uzumaki&rdquo;, &ldquo;Gyo&rdquo;, &ldquo;Jigokuboshi Remina&rdquo;, &ldquo;Black Paradox&rdquo;, &ldquo;Kubitsuri kikyu&rdquo;, &ldquo;Nagai yume&rdquo;, &ldquo;Amigara dansou no kai&rdquo;, &ldquo;Shibito no koiwazurai&rdquo;, &ldquo;Ito Junji no neko nikki &ndash; Yon &amp; Mu&rdquo;. Da gennaio 2018 &egrave; stata trasmessa in Giappone la serie animata <a target="_blank" href="http://itojunji-anime.com/">Junji Ito Collection</a>. La sua opera pi&ugrave; recente &egrave; &ldquo;Lo squalificato&rdquo;, basata sull&#39;omonimo romanzo di Osamu Dazai. <strong>Se l&#39;ispirazione di Ito per l&rsquo;horror viene dai maestri giapponesi che l&#39;hanno preceduto, fin da subito rivela una cifra stilistica originale e fortemente caratterizzante</strong>. Al tratto scarno e caricaturale dei suoi predecessori contrappone un minuzioso, elegante ed efferato realismo grafico, reso efficace dalle sue approfondite conoscenze medico-anatomiche. Parimenti, le sue opere beneficiano di una rara capacit&agrave; di comprensione ed espressione tanto delle profondit&agrave; pi&ugrave; recondite e contorte dell&#39;animo umano, quanto di forme, deformit&agrave; e mostruosit&agrave; della societ&agrave; consumistica contemporanea. Cos&igrave;, se da un lato il suo body horror colpisce e intriga anche il pubblico mainstream, dall&#39;altro Ito dissemina i suoi lavori di sottotesti &ndash; dall&#39;introspezione psicopatologica alla critica sociale &ndash; riuscendo nella difficile impresa di essere pop e intellettuale allo stesso tempo. Sue tematiche principali sono i disturbi di percezione, le somatizzazioni ossessivo-compulsive, le paure ataviche, la fascinazione per l&rsquo;autodistruzione, l&rsquo;alienazione. Nello sviluppo del suo discorso artistico <strong>Ito pesca a piene mani da altre forme espressive come il cinema</strong> (Sam Raimi, la fantascienza classica, i b-movie), <strong>la letteratura</strong> (H.P. Lovecraft, Osamu Dazai), <strong>la pittura</strong> (Gustave Dor&egrave;, Maurits Cornelis Escher), <strong>il design</strong> (Hans Ruedi Giger). Svariate sue opere sono state trasposte in animazione e live-action, annoverando non di rado lo stesso Ito alla sceneggiatura. La mostra &quot;La spirale della mente, l&rsquo;inferno della carne&rdquo; presenta<strong> oltre 70 tavole originali delle sue opere pi&ugrave; famose, da &ldquo;Uzumaki&rdquo; a &ldquo;Gyo &ndash; Odore di morte&rdquo;, da &ldquo;Remina l&rsquo;astro infernale&rdquo; a &ldquo;Black Paradox&rdquo;</strong>, nonch&eacute; una selezione di riproduzioni autenticate tratte da <strong>&ldquo;Lo squalificato&rdquo;, la sua ultima fatica</strong>, in cui il maestro per la prima volta ha lavorato interamente in digitale.</p>

Junji Ito

La spirale della mente, l’inferno della carne

Dal 12 gennaio al 10 febbraio 2019

Dopo il successo delle mostre Tuoneide e Lords for the Ring, WOW Spazio Fumetto e Lucca Comics & Games - in collaborazione con Edizioni Star Comics - portano a Milano la mostra dedicata dal festival lucchese a uno dei maggiori fumettisti contemporanei: Junji Ito. La mostra presenta una selezione di tavole originali commentate direttamente dall’artista: oltre 70 tavole originali delle sue opere più famose in cui è possibile apprezzare il tratto ricercato e il crudo realismo, che rendono il suo body horror ancora più inquietante. L'esposizione gode del Patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano. Junji Ito nasce nella prefettura di Gifu nel 1963. Inizia a lavorare come odontotecnico, ma abbandona presto quel campo per dedicarsi completamente al fumetto. Il suo debutto, avvenuto nel 1986 fra le pagine della rivista Monthly Halloween dell'editore Asahi Sonorama, gli vale la menzione d'onore alla prima edizione del Premio Umezz. Tra le sue opere più conosciute troviamo “Tomie”, “Uzumaki”, “Gyo”, “Jigokuboshi Remina”, “Black Paradox”, “Kubitsuri kikyu”, “Nagai yume”, “Amigara dansou no kai”, “Shibito no koiwazurai”, “Ito Junji no neko nikki – Yon & Mu”. Da gennaio 2018 è stata trasmessa in Giappone la serie animata Junji Ito Collection. La sua opera più recente è “Lo squalificato”, basata sull'omonimo romanzo di Osamu Dazai. Se l'ispirazione di Ito per l’horror viene dai maestri giapponesi che l'hanno preceduto, fin da subito rivela una cifra stilistica originale e fortemente caratterizzante. Al tratto scarno e caricaturale dei suoi predecessori contrappone un minuzioso, elegante ed efferato realismo grafico, reso efficace dalle sue approfondite conoscenze medico-anatomiche. Parimenti, le sue opere beneficiano di una rara capacità di comprensione ed espressione tanto delle profondità più recondite e contorte dell'animo umano, quanto di forme, deformità e mostruosità della società consumistica contemporanea. Così, se da un lato il suo body horror colpisce e intriga anche il pubblico mainstream, dall'altro Ito dissemina i suoi lavori di sottotesti – dall'introspezione psicopatologica alla critica sociale – riuscendo nella difficile impresa di essere pop e intellettuale allo stesso tempo. Sue tematiche principali sono i disturbi di percezione, le somatizzazioni ossessivo-compulsive, le paure ataviche, la fascinazione per l’autodistruzione, l’alienazione. Nello sviluppo del suo discorso artistico Ito pesca a piene mani da altre forme espressive come il cinema (Sam Raimi, la fantascienza classica, i b-movie), la letteratura (H.P. Lovecraft, Osamu Dazai), la pittura (Gustave Dorè, Maurits Cornelis Escher), il design (Hans Ruedi Giger). Svariate sue opere sono state trasposte in animazione e live-action, annoverando non di rado lo stesso Ito alla sceneggiatura. La mostra "La spirale della mente, l’inferno della carne” presenta oltre 70 tavole originali delle sue opere più famose, da “Uzumaki” a “Gyo – Odore di morte”, da “Remina l’astro infernale” a “Black Paradox”, nonché una selezione di riproduzioni autenticate tratte da “Lo squalificato”, la sua ultima fatica, in cui il maestro per la prima volta ha lavorato interamente in digitale.

Dopo il successo delle mostre Tuoneide e Lords for the Ring, WOW Spazio Fumetto e Lucca Comics & Games - in collaborazione con Edizioni Star Comics - portano a Milano la mostra dedicata dal festival lucchese a uno dei maggiori fumettisti contemporanei: Junji Ito. La mostra presenta una selezione di tavole originali commentate direttamente dall’artista: oltre 70 tavole originali delle sue opere più famose in cui è possibile apprezzare il tratto ricercato e il crudo realismo, che rendono il suo body horror ancora più inquietante. L'esposizione gode del Patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano. Junji Ito nasce nella prefettura di Gifu nel 1963. Inizia a lavorare come odontotecnico, ma abbandona presto quel campo per dedicarsi completamente al fumetto. Il suo debutto, avvenuto nel 1986 fra le pagine della rivista Monthly Halloween dell'editore Asahi Sonorama, gli vale la menzione d'onore alla prima edizione del Premio Umezz. Tra le sue opere più conosciute troviamo “Tomie”, “Uzumaki”, “Gyo”, “Jigokuboshi Remina”, “Black Paradox”, “Kubitsuri kikyu”, “Nagai yume”, “Amigara dansou no kai”, “Shibito no koiwazurai”, “Ito Junji no neko nikki – Yon & Mu”. Da gennaio 2018 è stata trasmessa in Giappone la serie animata Junji Ito Collection. La sua opera più recente è “Lo squalificato”, basata sull'omonimo romanzo di Osamu Dazai. Se l'ispirazione di Ito per l’horror viene dai maestri giapponesi che l'hanno preceduto, fin da subito rivela una cifra stilistica originale e fortemente caratterizzante. Al tratto scarno e caricaturale dei suoi predecessori contrappone un minuzioso, elegante ed efferato realismo grafico, reso efficace dalle sue approfondite conoscenze medico-anatomiche. Parimenti, le sue opere beneficiano di una rara capacità di comprensione ed espressione tanto delle profondità più recondite e contorte dell'animo umano, quanto di forme, deformità e mostruosità della società consumistica contemporanea.

Così, se da un lato il suo body horror colpisce e intriga anche il pubblico mainstream, dall'altro Ito dissemina i suoi lavori di sottotesti – dall'introspezione psicopatologica alla critica sociale – riuscendo nella difficile impresa di essere pop e intellettuale allo stesso tempo. Sue tematiche principali sono i disturbi di percezione, le somatizzazioni ossessivo-compulsive, le paure ataviche, la fascinazione per l’autodistruzione, l’alienazione. Nello sviluppo del suo discorso artistico Ito pesca a piene mani da altre forme espressive come il cinema (Sam Raimi, la fantascienza classica, i b-movie), la letteratura (H.P. Lovecraft, Osamu Dazai), la pittura (Gustave Dorè, Maurits Cornelis Escher), il design (Hans Ruedi Giger). Svariate sue opere sono state trasposte in animazione e live-action, annoverando non di rado lo stesso Ito alla sceneggiatura. La mostra "La spirale della mente, l’inferno della carne” presenta oltre 70 tavole originali delle sue opere più famose, da “Uzumaki” a “Gyo – Odore di morte”, da “Remina l’astro infernale” a “Black Paradox”, nonché una selezione di riproduzioni autenticate tratte da “Lo squalificato”, la sua ultima fatica, in cui il maestro per la prima volta ha lavorato interamente in digitale.

Orario: da martedì a venerdì, ore 15:00-19:00; sabato e domenica, ore 15:00-20:00. Lunedì chiuso Chiusure straordinarie: 25-26-27 gennaio. Ingresso libero

Inaugurazione ufficiale aperta al pubblico sabato 12 gennaio alle ore 16:30