<p><strong>| Prorogata fino a domenica 30 aprile&nbsp;|</strong></p><p>&nbsp;</p><p><a target="_blank" href="http://mauriziobovarini.it/"><strong>Maurizio Bovarini disegnatore</strong></a> &egrave; una mostra monografica che omaggia, a 36 anni dalla scomparsa, Maurizio Bovarini, disegnatore di indiscussa qualit&agrave;, protagonista di una stagione molto fertile del fumetto e dell&rsquo;illustrazione italiana.</p><p>Attraverso un percorso cronologico che accosta disegni originali ad una selezione di pubblicazioni europee sulle cui pagine Bovarini &egrave; stato pubblicato, il visitatore ha la possibilit&agrave; di seguire l&rsquo;evoluzione continua del segno che accompagna il lavoro di tre decenni. Si parte dai primi disegni degli anni Sessanta per le trasgressive riviste francesi fino a &quot;L&rsquo;Enrag&egrave;&quot; del maggio 1968, passando poi attraverso i personalissimi fumetti dei primi anni Settanta, con rivisitazioni inusuali del western classico, incrociando il poliziottesco e il fumetto storico, fino alle vignette per i giornali satirici italiani degli anni Settanta-Ottanta.</p><p>I grandi formati degli originali consentono di riscoprire disegni inevitabilmente penalizzati dalle riproduzioni tipografiche in piccolo formato del periodo.&nbsp;Sono presenti poi due sezioni specifiche: la prima dedicata ai sorprendenti disegni dedicati all&rsquo;amato Jazz e una seconda in cui sono esposti 24 disegni tratti da <em>Eia eia trallall&agrave;</em>, il libro sul fascismo (per ricordare come eravamo) che rappresenta probabilmente il livello grafico pi&ugrave; alto raggiunto dall&rsquo;artista.</p><p>&nbsp;</p><p><strong>La mostra si inaugura sabato 4 febbraio alle ore 16:30 con un incontro di presentazione a cui parteciperanno&nbsp;il curatore Paolo Valietti (<a target="_blank" href="https://www.moltimedia.it/">Moltimedia Fattoria Digitale</a>),&nbsp;Boris Battaglia e Paolo Interdonato della rivista &quot;<a target="_blank" href="https://www.obloaps.it/quasi/">Quasi</a>&quot;</strong>. Un informale dialogo per ripercorrere la carriera e i contesti nei quali il disegnatore ha trovato spazio.</p><p>&nbsp;</p><p><strong>Maurizio Bovarini</strong> (Bergamo, 1934 -&nbsp;Milano, 1987) realizza le prime illustrazioni negli anni &#39;50 per il settimanale &quot;Le Ore&quot;&nbsp;per poi, nel decennio successivo, iniziare&nbsp;a collaborare con il &quot;Corriere dei Piccoli&quot; e a partire dal 1962 farsi conoscere oltralpe soprattutto in Francia, grazie ai lavori pubblicati sulle riviste &quot;Sin&eacute;-massacre&quot;, &quot;Adam&quot; e &quot;Bizarre&quot;. Tra il 1968 e il 1969 dirige la rivista &quot;Kara Kiri&quot;<em>, </em>versione italiana della francese<em>&nbsp;&quot;</em>Hara Kiri&quot;<em> </em>che si trasformer&agrave; poi in<em>&nbsp;&quot;</em>Charlie Hebdo&quot;<em>.</em></p><p>Ma &egrave; sulle pagine dei supplementi di &quot;Linus&quot; che i lettori pi&ugrave; attenti imparano a riconoscere il suo segno veloce e preciso, spietato ed espressionista. Per la rivista fondata da Giovanni Gandini crea, tra gli altri, le serie &ldquo;Kariplo&rdquo; e &ldquo;Philadelphia Miller&rdquo;, quest&rsquo;ultima pubblicata anche in Francia su <em>Charlie</em> e in seguito raccolta nel volume <em>La dinastia dei Miller</em>. Le sue sono le pagine di un grande autore, destinato a essere poco storicizzato, che vengono pubblicate accanto al meglio del fumetto del periodo. Sono anni convulsi per il fumetto non seriale. Le riviste che lo ospitano sono molte, ma la successiva pubblicazione in forma di libro &egrave; pi&ugrave; un&rsquo;eccezione che una regola. Bovarini, che dalla met&agrave; degli anni Settanta si fa rappresentare da Quipos, l&rsquo;agenzia di fumettisti e disegnatori fondata da Coleta Goria e Marcelo Ravoni, si muove in quel mercato con sapienza. Pubblica sulle riviste, costruisce libri, lavora con i periodici disegnando strisce, vignette, illustrazioni e copertine. &Egrave; cos&igrave; che nel 1970 arriva il primo volume a fumetti, <em>Ricco Ridens</em>, seguito nel 1972 da <em>Ultimo tango a fumetti</em>, parodia del film di Bernardo Bertolucci, e da <em>Eia eia trallall&agrave;</em>&nbsp;(1975), racconto semi-serio dell&#39;Italia fascista.</p><p>Lo troviamo pubblicato su quasi tutte le pubblicazioni umoristiche e satiriche italiane degli anni Settanta &ndash; primi Ottanta. Ritorna occasionalmente al fumetto sulle pagine di &quot;Linus&quot;, &quot;Eureka&quot; e &quot;Alter Alter&quot;. Intensifica la sua attivit&agrave; di illustratore in particolare con l&rsquo;editore di &quot;Tempo Medico&quot;. Il volume <em>Schizzofrenia</em>&nbsp;(con doppia z) del 1982 raccoglie le vignette realizzate a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.</p><p>Parallelamente coltiva la passione per il jazz, espressa ovviamente attraverso il disegno. Bovarini ritrae e rappresenta i principali artisti della scena jazzistica internazionale che si esibiscono fra Bergamo, citt&agrave; che gli ha dato i natali e Milano, citt&agrave; d&rsquo;adozione.</p><p>&nbsp;</p>

Maurizio Bovarini disegnatore

Oltre 150 disegni originali tra illustrazioni, vignette e fumetti di uno dei protagonisti del fumetto

Dal 04 febbraio al 30 aprile 2023

| Prorogata fino a domenica 30 aprile |

 

Maurizio Bovarini disegnatore è una mostra monografica che omaggia, a 36 anni dalla scomparsa, Maurizio Bovarini, disegnatore di indiscussa qualità, protagonista di una stagione molto fertile del fumetto e dell’illustrazione italiana.

Attraverso un percorso cronologico che accosta disegni originali ad una selezione di pubblicazioni europee sulle cui pagine Bovarini è stato pubblicato, il visitatore ha la possibilità di seguire l’evoluzione continua del segno che accompagna il lavoro di tre decenni. Si parte dai primi disegni degli anni Sessanta per le trasgressive riviste francesi fino a "L’Enragè" del maggio 1968, passando poi attraverso i personalissimi fumetti dei primi anni Settanta, con rivisitazioni inusuali del western classico, incrociando il poliziottesco e il fumetto storico, fino alle vignette per i giornali satirici italiani degli anni Settanta-Ottanta.

I grandi formati degli originali consentono di riscoprire disegni inevitabilmente penalizzati dalle riproduzioni tipografiche in piccolo formato del periodo. Sono presenti poi due sezioni specifiche: la prima dedicata ai sorprendenti disegni dedicati all’amato Jazz e una seconda in cui sono esposti 24 disegni tratti da Eia eia trallallà, il libro sul fascismo (per ricordare come eravamo) che rappresenta probabilmente il livello grafico più alto raggiunto dall’artista.

 

La mostra si inaugura sabato 4 febbraio alle ore 16:30 con un incontro di presentazione a cui parteciperanno il curatore Paolo Valietti (Moltimedia Fattoria Digitale), Boris Battaglia e Paolo Interdonato della rivista "Quasi". Un informale dialogo per ripercorrere la carriera e i contesti nei quali il disegnatore ha trovato spazio.

 

Maurizio Bovarini (Bergamo, 1934 - Milano, 1987) realizza le prime illustrazioni negli anni '50 per il settimanale "Le Ore" per poi, nel decennio successivo, iniziare a collaborare con il "Corriere dei Piccoli" e a partire dal 1962 farsi conoscere oltralpe soprattutto in Francia, grazie ai lavori pubblicati sulle riviste "Siné-massacre", "Adam" e "Bizarre". Tra il 1968 e il 1969 dirige la rivista "Kara Kiri", versione italiana della francese "Hara Kiri" che si trasformerà poi in "Charlie Hebdo".

Ma è sulle pagine dei supplementi di "Linus" che i lettori più attenti imparano a riconoscere il suo segno veloce e preciso, spietato ed espressionista. Per la rivista fondata da Giovanni Gandini crea, tra gli altri, le serie “Kariplo” e “Philadelphia Miller”, quest’ultima pubblicata anche in Francia su Charlie e in seguito raccolta nel volume La dinastia dei Miller. Le sue sono le pagine di un grande autore, destinato a essere poco storicizzato, che vengono pubblicate accanto al meglio del fumetto del periodo. Sono anni convulsi per il fumetto non seriale. Le riviste che lo ospitano sono molte, ma la successiva pubblicazione in forma di libro è più un’eccezione che una regola. Bovarini, che dalla metà degli anni Settanta si fa rappresentare da Quipos, l’agenzia di fumettisti e disegnatori fondata da Coleta Goria e Marcelo Ravoni, si muove in quel mercato con sapienza. Pubblica sulle riviste, costruisce libri, lavora con i periodici disegnando strisce, vignette, illustrazioni e copertine. È così che nel 1970 arriva il primo volume a fumetti, Ricco Ridens, seguito nel 1972 da Ultimo tango a fumetti, parodia del film di Bernardo Bertolucci, e da Eia eia trallallà (1975), racconto semi-serio dell'Italia fascista.

Lo troviamo pubblicato su quasi tutte le pubblicazioni umoristiche e satiriche italiane degli anni Settanta – primi Ottanta. Ritorna occasionalmente al fumetto sulle pagine di "Linus", "Eureka" e "Alter Alter". Intensifica la sua attività di illustratore in particolare con l’editore di "Tempo Medico". Il volume Schizzofrenia (con doppia z) del 1982 raccoglie le vignette realizzate a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.

Parallelamente coltiva la passione per il jazz, espressa ovviamente attraverso il disegno. Bovarini ritrae e rappresenta i principali artisti della scena jazzistica internazionale che si esibiscono fra Bergamo, città che gli ha dato i natali e Milano, città d’adozione.

 

| Prorogata fino a domenica 30 aprile |

 

Maurizio Bovarini disegnatore è una mostra monografica che omaggia, a 36 anni dalla scomparsa, Maurizio Bovarini, disegnatore di indiscussa qualità, protagonista di una stagione molto fertile del fumetto e dell’illustrazione italiana.

Attraverso un percorso cronologico che accosta disegni originali ad una selezione di pubblicazioni europee sulle cui pagine Bovarini è stato pubblicato, il visitatore ha la possibilità di seguire l’evoluzione continua del segno che accompagna il lavoro di tre decenni. Si parte dai primi disegni degli anni Sessanta per le trasgressive riviste francesi fino a "L’Enragè" del maggio 1968, passando poi attraverso i personalissimi fumetti dei primi anni Settanta, con rivisitazioni inusuali del western classico, incrociando il poliziottesco e il fumetto storico, fino alle vignette per i giornali satirici italiani degli anni Settanta-Ottanta.

I grandi formati degli originali consentono di riscoprire disegni inevitabilmente penalizzati dalle riproduzioni tipografiche in piccolo formato del periodo. Sono presenti poi due sezioni specifiche: la prima dedicata ai sorprendenti disegni dedicati all’amato Jazz e una seconda in cui sono esposti 24 disegni tratti da Eia eia trallallà, il libro sul fascismo (per ricordare come eravamo) che rappresenta probabilmente il livello grafico più alto raggiunto dall’artista.

 

La mostra si inaugura sabato 4 febbraio alle ore 16:30 con un incontro di presentazione a cui parteciperanno il curatore Paolo Valietti (Moltimedia Fattoria Digitale), Boris Battaglia e Paolo Interdonato della rivista "Quasi". Un informale dialogo per ripercorrere la carriera e i contesti nei quali il disegnatore ha trovato spazio.

 

Maurizio Bovarini (Bergamo, 1934 - Milano, 1987) realizza le prime illustrazioni negli anni '50 per il settimanale "Le Ore" per poi, nel decennio successivo, iniziare a collaborare con il "Corriere dei Piccoli" e a partire dal 1962 farsi conoscere oltralpe soprattutto in Francia, grazie ai lavori pubblicati sulle riviste "Siné-massacre", "Adam" e "Bizarre". Tra il 1968 e il 1969 dirige la rivista "Kara Kiri", versione italiana della francese "Hara Kiri" che si trasformerà poi in "Charlie Hebdo".

Ma è sulle pagine dei supplementi di "Linus" che i lettori più attenti imparano a riconoscere il suo segno veloce e preciso, spietato ed espressionista. Per la rivista fondata da Giovanni Gandini crea, tra gli altri, le serie “Kariplo” e “Philadelphia Miller”, quest’ultima pubblicata anche in Francia su Charlie e in seguito raccolta nel volume La dinastia dei Miller.

Le sue sono le pagine di un grande autore, destinato a essere poco storicizzato, che vengono pubblicate accanto al meglio del fumetto del periodo. Sono anni convulsi per il fumetto non seriale. Le riviste che lo ospitano sono molte, ma la successiva pubblicazione in forma di libro è più un’eccezione che una regola. Bovarini, che dalla metà degli anni Settanta si fa rappresentare da Quipos, l’agenzia di fumettisti e disegnatori fondata da Coleta Goria e Marcelo Ravoni, si muove in quel mercato con sapienza. Pubblica sulle riviste, costruisce libri, lavora con i periodici disegnando strisce, vignette, illustrazioni e copertine. È così che nel 1970 arriva il primo volume a fumetti, Ricco Ridens, seguito nel 1972 da Ultimo tango a fumetti, parodia del film di Bernardo Bertolucci, e da Eia eia trallallà (1975), racconto semi-serio dell'Italia fascista.

Lo troviamo pubblicato su quasi tutte le pubblicazioni umoristiche e satiriche italiane degli anni Settanta – primi Ottanta. Ritorna occasionalmente al fumetto sulle pagine di "Linus", "Eureka" e "Alter Alter". Intensifica la sua attività di illustratore in particolare con l’editore di "Tempo Medico". Il volume Schizzofrenia (con doppia z) del 1982 raccoglie le vignette realizzate a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.

Parallelamente coltiva la passione per il jazz, espressa ovviamente attraverso il disegno. Bovarini ritrae e rappresenta i principali artisti della scena jazzistica internazionale che si esibiscono fra Bergamo, città che gli ha dato i natali e Milano, città d’adozione.

 

BIGLIETTO intero: 7 euro; ridotto: 4 euro; convenzionato: 5 euro.

 

Da martedì a venerdì, ore 15:00-19:00; sabato e domenica orario invernale fino a sabato 8 aprile: ore 14:00-19:00; orario estivo da sabato 15 aprile: ore 15:00-20:00; lunedì chiuso. Chiusure straordinarie domenica 9 aprile (Pasqua) e martedì 25 aprile.